Le visure camerali lasciano interdetti sulla piscina di Lodi

Quando si tratta di fideiussioni pubbliche non si sa mai dove si va a finire. È il caso della piscina di Lodi. La realizzazione della piscina è stata affidata a un'impresa edile, che però ha utilizzato il concordato preventivo.

L'impresa edile era proprietaria della società sportiva che doveva gestire la piscina. La società sportiva si era indebitata per 13 milioni di Euro con gli istituti di credito. Il finanziamento è stato poi garantito tramite fideiussione dal Comune di Lodi.

Oltre a questo, la società sportiva aveva creato un fido da poco più di un milione di Euro. Anche se il Comune assicura che è tutto a posto con il pagamento delle rate, le visure camerali sia della società sportiva sia della società proprietaria destano preoccupazione: come fanno due società quasi sull'orlo del fallimento a pagare i debiti?

In più, consultando le visure camerali online, si scopre che la società sportiva è per il 90% di proprietà della società edile, e per il restante 10% di una seconda società dedicata allo sport.

Sempre stando alle visure camerali, la società edile che ha presentato il concordato preventivo ha tra i responsabili della società sportiva che si occupa della piscina un proprio impiegato, mentre la società sportiva proprietaria per il 10% si riferisce a una persona già nota nel settore.

Infatti, anche negli altri paesi nei dintorni di Lodi si era cercato di realizzare delle piscine. Tutti i progetti si possono ricondurre proprio alla persona di riferimento della società sportiva proprietaria. Peccato, però, che nessuna di queste opere si sia poi realizzata (circostanza verificabile già in gara di appalto guardando le visure camerali presentate).

Come ha potuto il Comune di Lodi affidare quindi i lavori per la piscina e garantire allo stesso tempo per le due società? Il mistero si infittisce e le pratiche continuano a creare delle perplessità nei cittadini di Lodi.

Il Movimento Cinque Stelle sulla vicenda ha presentato un esposto: secondo i politici comunali, le due società avrebbero (con la scusa della piscina) causato un danno erariale al Comune che ora, per non aver verificato con attenzione le visure camerali, rischia di dover pagare di tasca propria.